La storia

  

podere

Chi siamo

Quel lontano 1867...


...E vi si stabilì nel 1867 un Corso di Agricoltura con podere sperimentale, il primo aperto nel Canavese...
" così scriveva nel 1884 lo storico Carlo Giacobbe nel suo pregevole Il Canavese - Caluso cronistorico-corografico, riferendo in merito al Collegio Convitto funzionante sin dal 1832 nell'antico Convento posto a sud dell'abitato calusiese. Dalle poche righe riguardanti il Collegio apprendiamo che gli insegnanti di bella fama sono 15. Gli alunni fecero sin qui buona prova negli esami e diversi meritarono il premio concesso dalla Camera di Commercio.

Il 13 luglio 1890, venne emanato il decreto che elevava l'istituto  a "Regia Scuola Pratica di Agricoltura per la Provincia di Torino", a cui furono demandati a provvedere la Provincia stessa con 10 mila 800 lire annue e il Governo con 10 mila  200 lire annue, che di lì a poco sarebbero state modificate in 8 mila e 12 mila. L'"Ubertini" fu così la prima Regia Scuola di Agricoltura di tutto il Piemonte.

Da relazioni relative agli anni iniziali dell'istituto si apprende che la scelta cadde sul centro canavesano sì per le referenze anzidette, ma anche grazie alla sua posizione "quasi al centro della Provincia ed in mezzo ad una regione parte in pianura, parte in colle, dove è molto attiva l'agricoltura". 

Il proponimento di dare vita ad una scuola per la lavorazione della terra si era fatto strada in quegli anni di cambiamenti, in cui si andava diffondendo la convinzione che "nell'agricoltura risiedeva uno dei mezzi più efficaci per fare risorgere la maggior ricchezza nazionale dalle sue poco floride condizioni finanziarie".

Le cronache dell'epoca riferiscono che in seno al Consiglio Provinciale di Torino "sorsero ferventi apostoli che, sormontando ostacoli non sempre previsti, in mezzo a molte peripezie, spinsero avanti l'idea della nuova istituzione e riuscirono a renderla un atto compiuto". Non solo: dopo una lunga serie di trattative i promotori riuscirono pure ad ottenere l'appoggio del Governo. 

"A questo punto - affermano ancora le relazioni - diversi Comuni della Provincia andarono a gara nel fare al Governo ed al Consiglio Provinciale ottime proposte per avere la Scuola nel proprio territorio; taluni pure assogettandosi a sacrifizi tutt'altro che lievi. Sono memorabili le sedute tenute da alcuni Consigli Comunali per l'istituzione di questa Scuola. Fra tutte le offerte, il Ministero di Agricoltura, previo accordo col Consiglio Provinciale sceglieva quella del Comune di Caluso, perché esso offriva delle terre e dei fabbricati assai adatti", appunto quelli del citato Collegio-Convitto, peraltro soggetti nell'occasione ad ammodernamenti e ristrutturazioni.

Ecco come appare descritto nelle relazioni dell'Istituto stesso la struttura destinata alla nuova scuola: "E' un ampio casamento, di proprietà comunale, posto all'estremità sud del paese, a destra della strada nazionale tendente a Chivasso, con annessi terreni e poderi dell'estensione di circa 31,4 ettari. L'intero casamento ha una forma rettangolare diretto da mattina a sera ed è diviso in due altri minori da un fabbricato interno.

I fabbricati racchiudono due grandi cortili, mentre un terzo si estende a mezzodì ed è circondato per gli altri tre lati da un muro che lo divide dalla strada nazionale, dall'orto e dai prati"... Sono fabbricati a due piani, composti da una sola fila di camerate per ogni lato; però tutto intorno al primo cortile avvi un porticato di sei arcate per ogni lato, al quale corrisponde nel piano superiore un ampio corridoio che serve per l'accesso ai diversi locali di questo piano... A mezzanotte del cortile rustico  la cantina di elaborazione, la tinaia, con sovrastante una camera che serve da bigatteria (per i bachi da seta) e da essicatoio per le uve. Verso sera, la scuderia e le stalle coi sovrastanti fienili. A mezzodì addossato ai fabbricati civili avvi un ampio porticato di recente costruzione pel ricovero delle macchine e degli attrezzi sovrastante un magazzeno ugualmente grandioso".

Il personale in forza alla Regia Scuola Pratica di Agricoltura nei suoi primi anni di attività annoverava: Fortunato Colombo (primo direttore) a cui subentrò il prof. Giuseppe Chiei Gamacchio; Vitale Borla (censore), seguito da Francesco Meleandri; il corpo docente era costituito tra gli altri da don Francesco Gnavi, dal prof. Piero Bretto, dal dr. Antonio Salvetti e dal maestro di musica Stefano Actis. Vi erano poi i capi coltivatori Eugenio Nolo e Agostino Bianco, l'ortolano Michele Nosetti, i vignaiuoli Giuseppe Castellazzo e Giovanni Perino.

Il Comitato di Amministrazione fino al 1895 comprendeva il presidente Domenico Berti (deputato al Parlamento), il rappresentante del Governo Carlo Ubertini, il rappresentante della Provincia barone Roberto Perrone di S. Martino, il rappresentante del Comune ing. Ernesto Spurgazzi.

Allegati

Immagine.jpg